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PARALIMPIADI, AU REVOIR PARIS 2024, GOOD MORNING LOS ANGELES 2028. INTERVISTA A LUCA PANCALLI (Treccani)

9 Ott 2024 | Approfondimenti e Opinioni, Cultura e Società, Mondo, Sport

Intervista a Luca Pancalli

Con la cerimonia di chiusura allo Stade de France è calato il sipario sui XVII Giochi paralimpici estivi di Parigi 2024. Dal 29 agosto, per 11 giorni di gare, la capitale francese ha ospitato le prime Paralimpiadi della sua storia. Da Place de la Concorde e dagli Champs-Elysées sono state ammirate le prestazioni sportive di 4.400 tra atlete e atleti provenienti da 184 delegazioni. 

Un’edizione indimenticabile per l’Italia: a partire dal numero di medaglie vinte (71), due in più rispetto a Tokyo; dagli ori conquistati che sono 24, dieci in più rispetto al Giappone e dal miglioramento nel medagliere generale di tre posizioni, dal nono al sesto posto. L’Italia che si è presentata a Parigi è stata anche la delegazione più numerosa di sempre: 141 atleti che si sono cimentati in 17 discipline. A Tokyo furono 15. Undici le discipline andate a medaglia: nuoto, atletica, ciclismo, tennistavolo, tiro con l’arco, scherma, triathlon, equitazione, pesistica, taekwondo, tiro a segno. La squadra italiana che ha partecipato ai Giochi di Parigi, guidata dal capo missione Juri Stara e capitanata dai due portabandiera Ambra Sabatini (atletica) e Luca Mazzone (ciclismo), era costituita da 70 atlete e 71 atleti con un’età media di 33,5 anni. Gli esordienti sono stati 52, circa il 37% della squadra azzurra. L’atleta più giovane, Giuliana Chiara Filippi (atletica), classe 2005. A portare la bandiera durante la cerimonia di chiusura i due atleti più giovani ad aver ottenuto il quarto posto: Domiziana Mecenate del nuoto e Ndiaga Dieng dell’atletica.

Si chiamano Paralimpiadi perché nascono come giochi paralleli a quelli Olimpici. Nel 1948, furono 16 reduci di guerra britannici a sfidarsi in una cittadina a nord di Londra per mettere in pratica ciò che sosteneva Ludwig Guttmann, neurologo tedesco sfuggito alle persecuzioni naziste, e cioè che lo sport fosse importante nella riabilitazione dei soldati resi paraplegici dalla guerra. Nel 1960, grazie all’amico e collega Antonio Maglio, Guttmann portò in Italia le competizioni sportive durante le Olimpiadi di Roma. Solo dopo qualche anno, queste gare, vennero battezzate come Primi Giochi paralimpici. La prima vera edizione si svolse in Svezia nel 1976 con la partecipazione di 98 atleti che rappresentavano 16 nazioni. Da allora, tanta strada è stata percorsa.

Ad un anno esatto dall’inserimento dello sport in Costituzione e subito dopo la cerimonia al Quirinale per la riconsegna della bandiera da parte degli atleti olimpici e paralimpici, nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, parliamo di bilanci, analisi e prospettive con Luca Pancalli, presidente del Comitato italiano paralimpico (CIP), una vita nello sport e per lo sport.

Presidente, ci eravamo lasciati alle Paralimpiadi di Tokyo con la spedizione azzurra che aveva confezionato un medagliere da record: innanzitutto di partecipazione (115 atleti), con la delegazione femminile (61) che, per la prima volta, aveva superato quella maschile, con un bottino di 14 ori, 29 argenti e 26 bronzi conquistati. Sembrava impossibile fare meglio di così. 

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