La conferenza stampa del Presidente Conte. Lombardia, Piemonte, Valle D’Aosta e Calabria da venerdì in lockdown
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha illustrato in conferenza stampa a Palazzo Chigi le nuove misure per fronteggiare l’emergenza da Covid-19.
Il Dpcm del 3 novembre http://www.governo.it/sites/new.governo.it/files/Dpcm_20201103_allegati_.pdf ha individuato tre aree di criticità nel Paese nelle quali sono state collocate le regioni e le principali misure restrittive previste.
Area gialla: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Province di Trento e Bolzano, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto.
Area arancione: Puglia, Sicilia.
Area rossa: Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta.
Intanto continuano a salire i dati sui contagi diffusi dal Ministero della Salute. Sono 34.500 i nuovi casi a fronte di circa 220 mila tamponi. 445 i decessi, 99 pazienti finiscono in terapia intensiva, in totale 2.391. Secondo i dati del ministero della Salute sono 472.348 gli attualmente positivi, di cui 23.256 sono ricoverati nei reparti ordinari e 446.701 in isolamento domiciliare.
Il presidente ff della Giunta regionale calabrese annuncia una battaglia legale: «Chiusura ingiusta, incerti i dati scientifici seguiti dal Governo»
«Impugneremo la nuova ordinanza del ministro della Salute che istituisce la zona rossa in Calabria. Questa regione non merita un isolamento che rischia di esserle fatale».
Lo afferma il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, che annuncia un ricorso contro il provvedimento firmato dal ministro Roberto Speranza.
«Le costanti interlocuzioni che ho avuto in questi giorni con i membri del Governo e con il commissario Arcuri, al di là della grande disponibilità al dialogo da parte di tutti, non hanno prodotto – afferma Spirlì – alcuna modifica rispetto alla volontà, evidentemente preconcetta, di “chiudere” una regione i cui dati epidemiologici, di fatto, non giustificano alcun lockdown, soprattutto se confrontati con quelli delle nostre compagne di sventura: Lombardia, Piemonte e Val d’Aosta».
«Altre regioni, con dati peggiori dei nostri – spiega ancora il presidente ff della Regione -, sono state inoltre inserite nella zona arancione e hanno evitato – e ne sono felice – la chiusura. Non si comprendono, perciò, i criteri scientifici in base ai quali il Governo ha deciso la “vita” o la “morte” di un territorio. Perché è di questo che si tratta: un nuovo lockdown rischia di annichilire in modo definitivo una regione come la Calabria».
«Nessuno nega le ataviche difficoltà del nostro sistema sanitario, ma, in queste ultime settimane, la Regione – attraverso misure differenziate e restrizioni mirate – è riuscita a limitare i danni e a tenere la curva epidemiologica sotto controllo. I dati ufficiali – continua Spirlì – confermano la bontà di questa impostazione: attualmente, i posti di area medica occupati sono il 16%, quelli di terapia intensiva raggiungono invece il 6%. La soglia che dovrebbe far scattare la chiusura è del 30%. È dunque piuttosto arduo comprendere le ragioni che sorreggono l’ordinanza ministeriale».
«Il numero complessivo dei contagi e lo stato attuale del nostro servizio sanitario – conclude il massimo rappresentante della Giunta – non possono perciò offrire alcun supporto alla scelta di inserire la Calabria nelle zone rosse del Paese. In virtù di queste premesse, nella consapevolezza di dover difendere a ogni costo una regione e una comunità che hanno già fatto enormi sacrifici, annuncio la volontà della Giunta regionale di presentare ricorso un’ordinanza ingiusta. Il Governo ha deciso di punirci, ma noi non ci pieghiamo».
“La criticità per la Calabria nasce da rt elevato a 1.84, questo vuol dire che anche se in questo momento non c’è un numero di casi particolarmente elevati, Rt ci porta a pensare che c’è un aumento della trasmissione in atto e quindi ci potrebbe essere criticità nel numero dei casi nel prossimo futuro. Inoltre ci potrebbe essere occupazione delle terapie intensive superiore l 50%”. E’ quanto ha dichiarato il direttore Prevenzione del dicastero della Salute Gianni Rezza alla conferenza stampa al ministero. Rezza ha precisato che per queste ragioni la Calabria è in zona rossa. “Non c’è ora eccesso di casi ma c’è un trend che va verso la criticità, ma nel giro di 2 settimane situazione può rientrare”.