Immagini, testimonianze, cronache di un fenomeno rimasto unico nella storia (il terremoto e maremoto tra Calabria e Sicilia), con video e approfondimenti su come riconoscere i segnali premonitori, cosa fare e cosa evitare di fronte alle forze della Natura
“Nel 1908 si verificò la maggiore catastrofe sismica (*) avvenuta in Italia del ventesimo secolo. Era il 28 dicembre quando la Sicilia e la Calabria furono colpite da un terremoto di magnitudo superiore a 7 che ebbe effetti disastrosi, aggravato dal maremoto che lo seguì”.
Si apre così lo speciale focus che il blog dell’Ingv (Istituto nazionale di geovulcanologia) ha dedicato al maremoto che sconvolse Sicilia e Calabria nel 1908 e di cui in questi giorni ricorre il triste anniversario.
Già in precedenza l’Ingv aveva dedicato interessantissimi approfondimenti al terremoto che segnò la storia dello Stretto di Messina, mentre in questa occasione l’attenzione degli esperti (lo speciale è A cura di Lorenzo Cugliari, Laura Graziani e Alessandro Amato – Centro Allerta Tsunami INGV – si concentra proprio sul maremoto che sconvolse l’ultima propaggine dello Stivale e la Sicilia).
Immagini, testimonianze, ritagli di giornali sui quali si rincorrevano le cronache di ore concitate, in un momento in cui difficili erano le comunicazioni e persino l’invio degli aiuti e dei soccorsi.
“Il terremoto – scrivono gli esperti Ingv – si originò alle 05:21 di mattina, cogliendo la maggior parte degli abitanti nel pieno del sonno. Le prime onde di maremoto si abbatterono sulle coste che affacciano sullo Stretto di Messina e Reggio Calabria e raggiunsero la Sicilia Orientale dopo circa 5-10 minuti dalla scossa principale, aggravando ulteriormente la devastazione causata dal sisma”.
E tra le testimonianze più sconvolgenti c’era quella dell’allora direttore della Gazzetta di Messina, Roccardo Vadalà: “Nelle acque del porto galleggiava di tutto: cadaveri, carretti, mobili, carcasse d’animali, travi, botti, bastimenti affondati…”.
Uno speciale tutto da leggere (qui il collegamento alla pagina), perché al racconto storico affianca una analisi scientifica sulle cause del maremoto (ancora oggetto di dibattito, spiegano gli esperti), con le relative ipotesi, ma anche una disamina comparata su quanto avvenne nello Stretto ( e anche in altre zone di Sicilia e Calabria) ed altri Tsunami avvenuti più di recente in Grecia – ad esempio – o in Indonesia.
Quanto, poi, a tutti gli interrogativi che ognuno di noi si pone (Ma avremmo il tempo, noi che viviamo sul mare, di lasciare le nostre case per metterci al riparo?), gli esperti forniscono anche delle “chiavi” per poter “riconoscere i fenomeni precursori” (per una descrizione si veda qui).
Ed infine tutto ciò che invece NON bisogna fare, con l’utilissimo video postato sul blog del prestigioso Istituto.
Un lavoro davvero eccezionale che val la pena di far conoscere e di divulgare il più possibile.