La storia infinita di Mario Carbone, maestro della fotografia e documentarista, comincia cento anni fa a San Sosti, piccolo borgo in provincia di Cosenza, porta d’accesso al Parco nazionale del Pollino. Vincitore di un Leone San Marco alla Biennale di Venezia e di numerosi Nastri d’argento, contemporaneo di Mike Bongiorno, lo scorso 12 maggio ha spento cento candeline. Nella sua intensa carriera ha raccontato storie anch’esse infinite: dalla “Strada” alla “Dolce vita”, passando dalle lotte operaie all’occupazione delle terre in Calabria, fino alle rivolte sessantottine degli studenti nella capitale e al fenomeno della migrazione. Dal suo punto di vista, attraverso la macchina fotografica e la cinepresa, si è soffermato ad osservare e tramandare la storia politica, sociale, culturale e artistica italiana dalla fine degli anni Cinquanta, interessandosi anche a temi come la malattia mentale, l’handicap, l’emarginazione, l’inquietudine dei giovani, i primi movimenti gay, gli effetti sociali delle catastrofi naturali. Il suo obiettivo ha catturato, inoltre, l’arte contemporanea attraverso le performance di grandi artisti emergenti. Clicca qui per continuare a leggere
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