Dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi, il comitato organizzatore del torneo di Wimbledon ha ufficializzato l’esclusione dei tennisti russi e bielorussi dalla prossima edizione che avrà inizio lunedì 27 giugno per terminare domenica 10 luglio. La decisione (determinata dalla guerra in Ucraina), presa con largo anticipo per «limitare l’influenza della Russia», decisa e resa nota in accordo con il governo, ma «con profondo rammarico», non consentirà la partecipazione al torneo del Grande Slam, tra gli altri, ai russi numero 2 e numero 8 del tennis mondiale, Daniil Medvedev e Andrey Rublev, e alle bielorusse Aryna Sabalenka (attuale numero 4) e Victoria Azarenka (ex numero 1).
«A nome dell’All England Club e del Comitato di Gestione dei Campionati – si legge nel comunicato ufficiale di mercoledì 20 aprile – desideriamo esprimere il nostro continuo sostegno a tutti coloro che sono stati colpiti dal conflitto in Ucraina. Condividiamo la condanna universale delle azioni illegali della Russia e abbiamo attentamente considerato la situazione nel contesto dei nostri doveri nei confronti dei giocatori, della nostra comunità e, più in generale, di tutto il Regno Unito in quanto istituzione sportiva britannica. Abbiamo anche preso in considerazione le linee guida stabilite dal Governo in relazione a organismi ed eventi sportivi». E dopo le doverose premesse, arriva la risoluzione: «È nostra responsabilità svolgere la nostra parte per limitare l’influenza globale della Russia. Sarebbe inaccettabile se il regime russo potesse trarre vantaggio dal coinvolgimento di giocatori russi o bielorussi nei Campionati» e, per questo, la decisione è quella di «rifiutare le iscrizioni di tali tennisti ai Campionati 2022».
Ian Hewitt, presidente dell’All England Club, ha commentato così: «Riconosciamo che le persone colpite soffriranno per le azioni dei leader del regime russo». Forse per questo, alla fine del comunicato c’è lo spazio per una piccola apertura: «Se le circostanze cambieranno sostanzialmente da qui a giugno le prenderemo in considerazione e risponderemo di conseguenza».
Una decisione forte e controversa che ha suscitato reazioni non solo da parte dei diretti interessati…