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Dalla spiaggia di Cutro una preghiera silenziosa: «Dio mio, perdonaci!» (Treccani)

21 Mar 2023 | Mondo

A più di due settimane dalla tragedia di Steccato di Cutro, il mare continua a restituire corpi senza vita. Si tratta di due uomini tra i 30 e i 40 anni: il primo, a Belcastro (a circa 15 km di distanza dal luogo del naufragio), il secondo in località Madama. Al momento, al Palamilone, il palazzetto dello sport, sono custodite una ventina di bare, molte delle quali in partenza per l’Afghanistan. Nonostante tutto i familiari vogliono che i loro cari siano sepolti nella terra natia, da dove sono stati costretti a scappare. Un paradosso. Coloro che non ce l’hanno fatta tornano nel luogo da cui erano fuggiti.

Intanto, i parenti delle vittime e i superstiti del naufragio sono stati invitati giovedì a Palazzo Chigi per incontrare la premier Giorgia Meloni. Ma non tutti hanno accettato l’invito. Risuona ancora l’eco della marcia silenziosa, ‘Fermare la strage subito’, voluta da sindacati e da centinaia di associazioni in seguito alla strage di esseri umani consumata il 26 febbraio in mare. Un viaggio della speranza finito in tragedia. I manifestanti (foltissima la presenza di giovani) si sono mossi all’alba da tutta la Calabria e da varie regioni, insieme a numerosi sindaci e amministratori, parlamentari e leader politici, per concentrarsi alle 13.00 nei pressi della rotatoria stradale all’incrocio tra via delle Mimose e via Marinella. Si sono poi diretti verso la spiaggia di Steccato di Cutro dove sono state recuperate la maggior parte delle vittime. Lì, hanno osservato un minuto di silenzio. Indossavano una fascia bianca al braccio in segno di lutto per i bambini morti nel naufragio, hanno deposto tantissimi fiori, hanno versato lacrime di dolore e commozione, hanno pregato. Qualcuno ha esclamato sottovoce una «smisurata preghiera»: «Dio mio, perdonaci».

«Un corteo partecipatissimo – si legge in una nota ufficiale della CGIL ‒ che si è concluso sulla spiaggia di Steccato di Cutro per ricordare le vittime del naufragio, esprimere vicinanza ai familiari e alla popolazione locale che, subito dopo la tragedia, ha risposto con grande solidarietà per chiedere un radicale cambiamento delle politiche migratorie italiane ed europee, per rafforzare l’accoglienza e aprire i corridoi umanitari. Perché le persone in mare vanno sempre soccorse». Non solo marcia silenziosa e raccoglimento. Dal corteo si sono levate anche critiche al decreto Migranti approvato dal governo nel Consiglio dei ministri straordinario del 9 marzo, tenuto proprio a Cutro.

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