Il fascino della seta e la storia industriale di Villa San Giovanni saranno al centro delle Giornate FAI di Primavera 2024, in programma sabato 23 e domenica 24 marzo, a cura della Delegazione reggina del Fondo Ambiente Italiano guidata dalla capodelegazione Dina Porpiglia e del Gruppo Giovani del FAI coordinato da Claudia Montalto.
Un viaggio inedito alla scoperta di un patrimonio ricchissimo che custodisce una storia tutta da conoscere: dalle filande ottocentesche, testimoni dell’epoca d’oro della seta, alla Fontana Vecchia, punto di partenza di una storia che è diventata simbolo dell’operosità della cittadina.
Dalla fine del Settecento al terremoto del 1908, Villa San Giovanni è stato un importante centro di produzione serica
Conosciuta come la “piccola Manchester” d’Italia, la città ospitava numerose filande che impiegavano migliaia di persone. Un’arte tessuta come una sinfonia di mani esperte, un canto di fili preziosi: i telai, instancabili narratori, trasformavano in colori e trame questa attività, scrivendo la storia di un centro industriale che pulsava al ritmo delle filande e vestendo di prestigio Villa San Giovanni: la regina della seta.
Le Giornate FAI saranno un’occasione per riscoprire questo glorioso passato e per valorizzare un patrimonio industriale di inestimabile valore.
I dettagli dell’appuntamento primaverile del FAI sono stati resi noti sabato 16 marzo presso la sala del Consiglio comunale di Villa San Giovanni, con la conferenza stampa di presentazione dell’evento “Coltivare Capolavori: l’industria e l’arte della seta a Villa San Giovanni” alla quale sono intervenuti: la Capo delegazione del FAI di Reggio Calabria, Dina Porpiglia, il Sindaco di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, il Consigliere delegato alla cultura della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Filippo Quartuccio, la Dirigente Scolastica dell’IPALB-TUR di Villa S.G., Enza Loiero, la Direttrice dell’Archivio di Stato di Reggio Calabria, Angela Puleio, il Presidente dell’A.N.M.I. di Villa S.G., Mimmo Pizzimenti e la coordinatrice del Gruppo FAI Giovami di R.C., Claudia Montalto.
Dina Porpiglia, Capodelegazione FAI di Reggio Calabria, ha tenuto a sottolineare la portata dell’itinerario, un «filo di seta d’oro in grado di cucire la trama di infinite storie straordinarie, ordendo, di volta in volta, legami densi e singolari tra arte ed industria, tra paesaggio ed economia, tra costume e crescita sociale, tra sfruttamento ed emancipazione, migrazioni e costruzione dell’identità dei luoghi. Un’occasione per rivivere una narrazione che le Filande Villesi ripropongono a 360 gradi nell’ambito delle Giornate di Primavera del FAI, passando il testimone tra il tema dell’anno passato “Coltivare capolavori” a quello di quest’anno “Narrare il patrimonio per custodirlo e curarlo”.
Claudia Montalto, coordinatrice del gruppo Giovani, ha sottolineato il valore della memoria e delle tradizioni per le nuove generazioni che «hanno la necessità di legare a valori concreti le ragioni per dare un senso di struttura e stabilità alle proprie radici, riscoprendo i valori e le risorse che possono portare a non cedere alla voglia di abbandonare i territori di origine, promuovendo la sensazione di comunità».
La narrazione che potrà avvalersi di straordinari contributi, già a partire dal venerdì pomeriggio, 22 marzo, attraverso una conversazione tematica che avrà luogo alle 17 presso la Sala Consiliare del Comune di Villa San Giovanni con gli interventi di Marilisa Morrone, Rosa Furfari, Maria Giovanna Quaranta, Rosario Privitera, Cinzia Basile, Discussant Dina Porpiglia, e con la partecipazione istituzionale del Sindaco di Villa S.G. Giusy Caminiti e del Sindaco Metropolitano Giuseppe Falcomatà, della Dirigente Scolastica “IPALB TUR – G. Trecroci” Enza Loiero, della Direttrice dell’Archivio di Stato di Reggio Calabria, Angela Puleio, del Presidente ANMI di Villa S.G., Capitano Mimmo Pizzimenti, che garantirà l’apertura straordinaria del Museo Marinaro di Villa San Giovanni in occasione delle giornate FAI.
Sabato e domenica, dalle 10,30 alle 17,00, le visite alle Filande saranno narrate dagli Apprendisti Ciceroni dell’IPALB TUR di Villa San Giovanni, coordinati dai docenti Antonio Gatto, Roberto Laface e Francesca M.C. La Gattuta e dalla Dirigente Scolastica Enza Loiero e da Ciceroni d’eccezione quali Benedetta Genovese (Filanda Cogliandro), Cinzia Basile, Francesca Masseo, Claudia Montalto, Dina Porpiglia, Franco Prampolini, Pietro De Stefano, Caterina Trecroci, Antonio Gambino e tutti gli entusiasti amici e volontari del FAI.
Le tappe delle Giornate FAI di Primavera, sabato 23 e domenica 24 marzo 2024:
- Raduno a Cannitello, presso la Filanda Cogliandro, a partire dalle ore 10,30, con visita alla vecchia filanda, col racconto della storia e della tecnica di lavorazione della seta.
Nelle immediate vicinanze sarà possibile visitare il Museo Marinaro dell’A.N.M.I., eccezionalmente aperto per le giornate FAI. - A seguire, tappa alla Fontana Vecchia: un’opera di grande valore storico e architettonico, legata all’antico stabilimento serico della famiglia Caracciolo, restaurata di recente, legata all’attività serica dei fratelli Caracciolo, che diedero un impulso esponenziale alla lavorazione della seta assumendo, infatti, il nome di “seta Caracciolo” o “alla Sangiovannese”.
- Per concludere, ultima tappa alla Filanda Lo Faro: un esempio di archeologia industriale dove si potrà rivivere l’atmosfera dell’epoca d’oro della seta.
L’evento è organizzato con il patrocinio e in collaborazione con il Comune di Villa San Giovanni, con il patrocinio della Città Metropolitana di Reggio Calabria e con il partenariato dell’Archivio di Stato di Reggio Calabria.
Schede storiche
Dalla fine del ‘700, e fino al terremoto del 1908, Villa S.G. pullulava di Filande arrivando a contarne nel suo massimo splendore ben 56 dislocate tra Villa, Pezzo e Cannitello.
Con la meccanizzazione e l’uso delle caldaie a vapore, e per effetto dell’Unità d’Italia, imprenditori settentrionali e stranieri decisero di investire nel territorio, come il milanese Adriano Erba e gli inglesi Thomas Allam ed il nipote Edward J. Eaton. La cittadina, sotto questo nuovo impulso, si guadagnò il soprannome di “piccola Manchester”, in riferimento alla fiorente attività serica della città inglese e alla nuova presenza industriale inglese.
Nel 1847 a Villa vi erano 44 filande, 676 mangani, 676 maestre e 676 discepole. Nel 1892 a Villa operavano ventuno impianti a caldaia ed un solo impianto a fuoco diretto (Bambara Pasquale). Le maggiori filande a caldaia erano la filanda Eaton (3 caldaie, 35 cavalli, 128 bacinelle e 300 addetti), la filanda Erba (3 caldaie, 42 cavalli, 110 bacinelle e 253 addetti), la filanda Florio e Marra (2 caldaie, 14 cavalli, 120 bacinelle e 238 addetti), la filanda Caminiti Giovanni e figli (2 caldaie, 16 cavalli, 56 bacinelle e 136 addetti) e la filanda Lofaro Rocco e figli (2 caldaie, 12 cavalli, 60 bacinelle e 106 addetti). Seguono altri due impianti a due caldaie (Aricò Salvatore e Sergi Cosimo) e tredici ad una sola caldaia gestiti da vari imprenditori villesi.
La produzione venne interrotta bruscamente per effetto del terremoto del 1908 e delle undici filande ricostruite solo tre continuarono la produzione fino alla prima metà degli anni Cinquanta del secolo scorso. Tra queste, la filanda Cogliandro di Cannitello.
La Filanda Cogliandro
Realizzata nel 1896, costituiva una delle più imponenti filande dell’ex distretto industriale di Villa San Giovanni. Qui, il ciclo produttivo della seta iniziava nella bozzoliera e si concludeva con la tessitura passando attraverso la filatura e la tintura. Erano presenti, a supporto, locali con uffici e depositi. Gravemente danneggiata in seguito al terremoto del 1908, fu ricostruita ed ampliata e produsse seta pregiatissima, esportata in tutta Europa e oltre, fino al 1950. Il restauro, in corso di realizzazione, interessa al momento prevalentemente l’edificio dell’ex bozzoliera che ospita uno spazio coworking. Il progetto inoltre prevede spazi polifunzionali, un ristorante ed un piccolo “Museo delle filande e dell’arte serica” che si realizzerà, a breve, all’interno dell’ex locale caldaia. L’info-point, che si affaccia sulla piazza della Chiesa di Cannitello, è già visitabile e raccoglie al suo interno reperti e prodotti serici della tradizione locale.
La Filanda Lo Faro
Una delle maggiori filande a caldaia era la filanda Lofaro Rocco e figli. Aveva 2 caldaie, 12 cavalli, 60 bacinelle e 106 addetti. La filanda era composta da diversi corpi di fabbrica e strutture: la bozzoliera, cioè il deposito dei bozzoli, raccolti, stufati, essiccati in forno in modo che il calore uccidesse il baco; il corpo principale della filanda dove avveniva la cernita (i bozzoli venivano scelti dividendoli per qualità), la spelaiatura (eliminazione della peluria che circonda il bozzolo) e la scopinatura.
In altro locale adiacente è conservata una grande caldaia a carbone che veniva utilizzata per la produzione di acqua calda, necessaria per l’ammollo dei bozzoli: i bozzoli venivano immersi all’interno di bacinelle con acqua bollente. Nel primo fabbricato sopra descritto – la vera e propria “filanda” – si conservano i macchinari per la produzione della seta greggia. Infine, l’imponente ciminiera in laterizi nonché gli ampi cortili.
La Fontana Vecchia
Eretta con Reale dispaccio il 24.05.1792 e Atto Notarile del 22 Maggio 1792 tra l’Università di Fiumara di Muro (Sindaci di Villa San Giovanni) e i fratelli Roccantonio e Innocenzio Caracciolo, la Fontana è strettamente legata all’attività serica dei fratelli Caracciolo, che diedero un impulso esponenziale alla lavorazione della seta assumendo, infatti, il nome di “seta Caracciolo” o “alla Sangiovannese”.
Necessitando la filanda di acqua, per cavare la seta, Il Re ordinò l’erezione di una prima Fontana nel Comune di Villa San Giovanni per il benessere della popolazione, all’epoca priva di fonti d’acqua potabile, e per l’utilizzo da parte dello Stabilimento della seta della famiglia Caracciolo. Anno di costruzione del bene: 1792 (scolo delle acque). Anno di costruzione del bene nella sua consistenza attuale: 1829 struttura del tempietto.
La Fontana Vecchia è ubicata lungo la Via Fontana Vecchia all’interno dell’omonimo borgo; si erge da quasi 200 anni lungo il perimetro esterno della proprietà dell’antica famiglia Caracciolo su suolo comunale. La tipologia architettonica ricorda la forma del tempietto greco. Sono ben chiari il frontone con il timpano in cui è collocata una iscrizione lapidea, l’arco e i piedritti, la semi cupola e l’esedra o incavo in cui è collocata la vasca con il nasone, sul quale sono state rinvenute le fattezze del volto e dei capelli di una figura femminile; il basamento e i gradini di accesso alla fontana. Il restauro conservativo della Fontana Vecchia (per la quale il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza di Reggio Calabria, ha posto il Vincolo storico – artistico) si è avviato con delibera di G.C. n° 147 del 13/09/2013 dell’Amministrazione comunale di Villa San Giovanni, restituendo alla città un bene di altissimo pregio.