Al “Nido d’Uccello” è stata la cerimonia d’apertura delle Paralimpiadi invernali di Pechino 2022, giunte alla tredicesima edizione. Xi Jinping, presidente della Repubblica Popolare Cinese, presente in tribuna, si è limitato a dare il via ufficiale ad una competizione importante che parte in un momento difficilissimo per il mondo intero. Hanno sfilato 564 atleti. Pechino eguaglia così il record di presenze di Pyeongchang e supera quello della partecipazione delle donne, il più alto numero mai registrato prima: 138 a fronte delle 133 del 2018.
Inizialmente dovevano essere 736 gli atleti in gara provenienti da tutto il mondo, pronti a contendersi le medaglie in sei specialità: sci alpino, biathlon, sci di fondo, hockey su slittino, snowboard e curling in carrozzina. E invece non saranno tutti ai nastri di partenza. Giovedì, alla vigilia dell’apertura ufficiale delle competizioni, «L’International Paralympic Committee – recita una nota ufficiale – ha deciso di rifiutare le iscrizioni degli atleti russi e bielorussi».
E, oggi, alla cerimonia d’apertura, il discorso del presidente del Comitato paralimpico internazionale (IPC, International Paralympic Committee), il brasiliano Andrew Parsons, non poteva non avere al centro l’attualità della guerra in Ucraina. Parsons ha richiamato i valori di fratellanza che ispirano lo sport olimpico: «Voglio e devo lanciare un messaggio di pace. Sono a capo di una Fondazione per cui l’inclusione è un caposaldo e sono inorridito per quello che sta accadendo. La ‘Tregua Olimpica’ è stata adottata da tutta l’Assemblea delle Nazioni Unite e va rispettata, non violata. Qui 46 paesi si affronteranno, ma non uno contro l’altro. Noi paralimpici sappiamo che un avversario non deve essere un nemico e che uniti possiamo ottenere molto di più». Per questo, ha concluso, «Chiediamo al mondo di unirsi, proprio come fanno gli atleti».
Poco prima, tra gli applausi (Parsons si è alzato in piedi) si è svolta la sfilata dalla squadra ucraina. Senza sorrisi, senza atteggiamenti festosi, senza saluti rivolti al pubblico o in favore delle telecamere come, invece, hanno fatto gli atleti e le delegazioni degli altri Paesi.
Le tappe dell’esclusione delle delegazioni russe e bielorusse