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L’Italia è una repubblica di debole costituzione. A scuola con Gherardo Colombo (Treccani)

3 Mag 2023 | Cultura e Società

di Francesco Alì

Due giornate intense e formative con Gherardo Colombo a Reggio Calabria. Un tour per parlare di democrazia e Costituzione con gli studenti del Liceo Scientifico “A. Volta” e del Liceo Statale “T. Gulli”. Per un confronto sui temi a lui cari della giustizia, dell’inclusione, dell’accettazione della diversità, affrontati con gli studenti degli Istituti comprensivi “Vitrioli – Principe di Piemonte” e “Cassiodoro – Don Bosco”. Per discutere nella storica libreria AVE della città dello Stretto, del suo ultimo libro, edito da Garzanti: Anticostituzione. Come abbiamo riscritto (in peggio) i principi della nostra società. Approfondire i temi della democrazia è sempre un esercizio impegnativo. Ma importante perché la democrazia c’è se i cittadini hanno voglia di partecipare alla gestione e all’amministrazione della loro comunità e della cosa pubblica. Invece, la tendenza è sempre più quella di delegare ad altri, di disinteressarsi. Finendo per organizzare una società di sudditi e di sovrani piuttosto che di cittadini che partecipano.

Gherardo Colombo, per oltre trent’anni, ha fatto il magistrato presso il Tribunale, la Procura della Repubblica di Milano e la Corte di cassazione, ha condotto e collaborato ad inchieste divenute celebri, dalla Loggia P2 a Mani Pulite, dal delitto Ambrosoli al processo IMI-SIR. Nel 2007 ha lasciato la magistratura per dedicarsi ad incontri formativi nelle scuole, dialogando negli anni con migliaia di ragazze e ragazzi sui temi della giustizia e del rispetto delle regole. Abbiamo fatto i conti, incontra circa 50 mila studenti all’anno che, moltiplicati per 16 anni, diventano più o meno 800 mila. «Sarei potuto andare avanti fino al 2022 – ci racconta – perché quando mi sono dimesso i magistrati andavano in pensione a 75 anni. Sono andato via perché secondo me è necessario lavorare altrove. Per 33 anni sono stato in magistratura e, per quanto impegno ci si mettesse, non c’era niente da fare, la giustizia funzionava malissimo. Allora mi sono chiesto se non ci sia da fare qualcosa prima di arrivare nei palazzi di giustizia. Perché per fare in modo che la giustizia funzioni bisogna capire il rapporto che noi abbiamo con le regole. Abbiamo la Costituzione, ma se non la capiamo perché mai dovremmo osservarla? E allora mi sono dimesso e vado in giro a parlare con i ragazzi». Che sono il nostro presente, prima che il nostro futuro.

La ricorrenza per discutere del suo nuovo libro è assai significativa, sono passati 75 anni dall’entrata in vigore della Costituzione. E siamo alla vigilia della Festa della Liberazione. Il 1° gennaio 1948 per l’Italia cominciava simbolicamente una nuova era: nell’art. 1 della Costituzione veniva definita, per la prima volta, una «Repubblica democratica». Le madri e i padri costituenti, grazie alla Resistenza, si sono posti come obiettivo quello di riscrivere, con la Carta costituzionale, il DNA del Paese dopo la tragedia del fascismo e della Seconda guerra mondiale. Tuttavia, la Costituzione, che ha come fine la realizzazione della pari dignità universale e la tutela dei diritti, non trova applicazione nella vita di tutti i giorni. Così, Gherardo Colombo, rilevando la distanza tra teoria e prassi, nel suo ultimo libro, ha riscritto (in peggio) la Costituzione. Accanto a quella vera, quella formale, quella scritta dai costituenti, ha scritto quella ufficiosa, quella più praticata, quella occulta seguita da molti italiani. Così ha fatto emergere l’Anticostituzione. Lo ha fatto con spirito provocatorio e deciso, come sa fare. Ma anche con l’animo carico di speranza. La speranza di chi incontra, motiva e forma, ogni giorno, ragazze e ragazzi per proporre loro gli strumenti necessari a costruire una società solidale, a comprendere attraverso la conoscenza e, quindi, a rifiutare ogni tipo di illegalità, abuso o privilegio. La speranza di chi prova a trasmettere loro, con umanità, garbo e sobrietà, il senso ideale della giustizia e del rispetto delle regole, per metterli nelle condizioni di saper scegliere la cultura della Costituzione.

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Ph Fabio Saraceno, Libreria Ave Ubik

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