A Gherardo Colombo non piace stare dietro ai tavoli durante i convegni. “Un elemento separatore tra chi parla e chi ascolta. Affossa il colloquio” dice. Proprio come Oliviero Beha
durante Tabularasa 2011, l’ex magistrato lombardo parla tra la gente, tra i ragazzi del liceo scientifico ‘L. Da Vinci’ che lo hanno ospitato oggi pomeriggio. Beha e Colombo, una dote rende facile il parallelismo: essere grandi comunicatori.
Colombo ha iniziato la sua ‘due giorni’ reggina partecipando, oggi pomeriggio, all’iniziativa “Quello che non ho”, diario dei diritti ideato da Francesco Alì. Una tavola rotonda sul tema dei diritti e della legalità moderata da Sandro Vitale (presidente Anpi Reggio Calabria), alla presenza del dirigente dell’Istituto ‘Da Vinci’ Princi e del Prefetto di Reggio Calabria Luigi Varratta.
Protagonisti della manifestazione, oltre Colombo, il Sostituto Procuratore della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, il Procuratore Aggiunto della Repubblica di Reggio Calabria Ottavio Sferlazza, il giornalista calabrese Danilo Chirico e Vincenzo Moretti della “Fondazione Di Vittorio”.
Colombo, interloquendo a tu per tu con i ragazzi di quattro differenti istituti scolastici reggini, ha chiesto loro, in relazione al tema dell’incontro, ‘quello che non hanno’, cioè riuscire a capire quello che manca o che potrebbe rischiosamente venire a mancare: “So che vi piace essere liberi” – ha iniziato. “La differenza tra essere liberi e non esserlo risiede nella possibilità di avere una scelta. Ma scegliere senza sapere – ha puntualizzato – non è possibile. Conoscere significa avere la capacità di scegliere. Solo così si è liberi. E’ vero che la libertà ci piace – ha proseguito rivolgendosi ai ragazzi – ma, paradossalmente, ne abbiamo anche paura. Non è un regalino che acquisiamo e custodiamo per sempre. La libertà va coltivata e, proprio per questo, a volte fa paura, perché legata inscindibilmente alla responsabilità. Soltanto la voglia di fare ci rende custodi della nostra libertà”. Colombo ha poi continuato parlando con i ragazzi della Costituzione, riallacciando l’articolo uno con l’essere socialmente responsabile per il mantenimento della propria libertà: “Io dico che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavorio piuttosto che sul lavoro. Perché la democrazia resista – ha detto interagendo con i ragazzi – serve il nostro impegno. Dobbiamo agire e non criticare sterilmente quello che fanno gli altri come se noi fossimo solo di passaggio”.
Autonomia intellettuale difesa a spada tratta anche dal Sostituto Procuratore della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo il quale ha ricollegato l’assoluta necessità di totale indipendenza della magistratura con una medesima autonomia, a livello culturale, delle menti delle giovani generazioni.
“Militanza politica” è stata orgogliosamente definita la partecipazione di magistrati negli incontri con le scuole da parte del Procuratore Aggiunto della Repubblica di Reggio Calabria Ottavio Sferlazza: “Tanti affermano che il magistrato dovrebbe parlare solo tramite le sentenze e non ‘fare politica’. Ebbene, io dico che la presenza nelle scuole di magistrati, come il Procuratore Lombardo e me, ha l’obiettivo fondamentale di far attecchire nella coscienza delle giovani generazioni un sistema valoriale così forte da non poter essere scalfito, in età adulta, da nessun sistema distorto di tipo criminale. La democrazia presuppone la nostra coscienza critica”. Come esempi di quel sistema di valori, infine, Sferlazza ha ricordato Libero Grassi ed i giudici Falcone e Borsellino, suoi maestri in quanto siciliano come loro.
Vincenzo Moretti, della fondazione “Di Vittorio”, ha evidenziato l’importanza di un diario dei diritti nato per “il rispetto delle regole, per la cultura, la solidarietà e per avere maggiori opportunità”.
Il Presidente dell’Associazione ‘Da Sud’, Danilo Chirico, ha esordito ricordando Francesco Vinci, ragazzo di Cittanova ucciso dal proprio compagno di banco per contrasti sorti ai limiti della legalità tra i loro nuclei familiari: “E’ un esempio di come la ‘ndrangheta non sia un sistema criminale lontano ed intangibile. La ‘ndrangheta è tra noi e bisogna parlarne in qualunque modo possibile: dalle canzoni ai dibattiti”.
Dopo la presentazione del diario dei diritti “Quello che non ho”, Gherardo Colombo ha presentato, nella stessa location, il suo volume “Democrazia”, tenendo una discussione con la platea (stavolta un po’ meno giovane) su “Costituzione, democrazia e legge elettorale”.
“La democrazia è un sistema politico antico ma alquanto differente tra la Grecia delle poleis e l’età moderna. La democrazia ateniese non coinvolgeva, di certo, la maggioranza delle persone nelle decisione politiche. La Costituzione, invece” – ha continuato Colombo – “è un elemento nuovo della storia dell’uomo. La democrazia assegna al popolo il diritto di governare. Ma la maggioranza può decidere anche sulle minoranze? Ecco che in questo si inserisce il ruolo della Costituzione: superlegge per la tutela di ogni componente sociale. In che modo si scelgano i nostri rappresentanti, sistema maggioritario o proporzionale, è una domanda meno rilevante della seguente: chi è, in Italia, che sceglie le persone da votare?”.
Domani l’ex magistrato che ha condotto celebri inchieste tra le quali Mani Pulite, P2 e delitto Ambrosoli, sarà ospite del Consiglio Regionale della Calabria a Palazzo Campanella per un dibattito con i ragazzi della Consulta Studentesca. Moderatori Giusva Branca e Raffaele Mortelliti, direttori di Strill.it.
Tratto da www.strill.it