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L’ITALIA TRA CRISI CLIMATICA, AMBIENTALE, CONSUMO DI SUOLO, RISCHIO IDROGEOLOGICO E SISMICO (Treccani)

16 Gen 2025 | Ambiente e Territorio, Approfondimenti e Opinioni, Cultura e Società, Politica

di Francesco Alì

La relazione Global Climate Highlights 2024 di Copernicus, pubblicata il 10 gennaio 2025, ha confermato le previsioni: «Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato» e il primo a consegnarci «un aumento della temperatura media globale di più di 1,5ºC rispetto ai livelli preindustriali». Secondo il Servizio per il cambiamento climatico di Copernicus (C3S, Copernicus Climate Change Service), sono «in aumento la frequenza e la gravità degli eventi meteorologici estremi e le temperature della superficie del mare sono rimaste eccezionalmente elevate». L’occhio dell’Europa puntato sulla Terra evidenzia inoltre che, dagli anni Ottanta del secolo scorso, il continente si è riscaldato a una velocità doppia rispetto alla media mondiale. L’Unione Europea (UE) è impegnata, invero, a «sostenere l’azione globale per il clima e a diventare climaticamente neutra entro il 2050 concordando obiettivi e normative per ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030». In questa direzione, «la Commissione ha raccomandato un obiettivo di riduzione netta delle emissioni di gas a effetto serra del 90% entro il 2040 e nell’aprile 2024 ha pubblicato una comunicazione nella quale spiega come preparare efficacemente l’UE ai rischi climatici e rafforzare la resilienza ai cambiamenti climatici».

La fragilità dell’Italia rispetto alla crisi climatica

Dalle latitudini dell’Italia tali dati non sorprendono affatto. Siamo tutti testimoni dell’attività di scienziati e meteorologi che, monitorando i principali indicatori climatici, hanno documentato giornalmente record di temperatura senza precedenti per tutto il 2024. D’altra parte, la fragilità del territorio italiano rispetto alla crisi climatica e ai rischi naturali, in stretta connessione con il consumo di suolo e il dissesto idrogeologico, è assai nota. Purtroppo, è assolutamente conosciuto anche il fatto che nel Paese manca una adeguata cultura della prevenzione e della manutenzione. (Clicca qui per continuare la lettura)

Immagine: screenshot pagina Treccani. Crediti all’interno dell’articolo

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